sabato 11 giugno 2011

sabato 11 giugno 2011

sabato 22 maggio 2010

Il gioco del 15

sabato 22 maggio 2010
Non avrò certo io scoperto qualcosa di nuovo, ma ho capito che quelle persone che cercano di "sistemarsi" la vita facendo quello che credono sia la soluzione giusta, quella per non soffrire, per non rischiare, per non puntare sul tappeto verde di quel casinò di vita che ci é data, nemmeno una mezza fiche mentendo anche a se stessi, poi inevitabilmente cominciano ad essere vittime di qualche fobìa, di ipocondria, di manie anche invalidanti, a volte.
Ovviamente da questo discorso sono esonerate le persone che soffrono di patologie conseguenti ad un trauma psicologico la cui cura richiede un intervento diverso.
Ma le persone di cui parlo avranno lentamente la loro esistenza privata totalmente della tanto agognata tranquillità, ma in un modo decisamente più subdolo, tanto che la sofferenza che vivranno senza che se ne rendano nemmeno conto, sarà maggiore di quella che hanno fatto tanto per evitare cercando di fare "la cosa giusta" e non quella che avrebbero voluto.
E' ovvio che spesso si é costretti a fare questo tipo di scelte e che non si può decidere di poter fare sempre quello che si vuole o di assecondare i propri sogni ma quando queste forzature si sommano, il mix può diventare pericoloso.
E' come se la nostra testa (e la testa intesa come materia grigia é mistero ancora, nel nostro secolo) , volesse fare un dispetto "spostando" i problemi":
"Ah, hai scelto degli studi che non ti piacciono perché é quello che vogliono i tuoi genitori? ti ostini a fare un lavoro che odi perché é un posto fisso? vuoi per forza stare con chi non ami perché ti dà "sicurezza" (economica o affettiva), vuoi continuare a vivere in un luogo in cui non stai bene? pensi di poter controllare del tutto la tua vita? ed io te la faccio vivere questa vita che pensi di aver messo "al sicuro", ma la pagherai in altro modo, perché tu il pieno controllo della vita tua non lo puoi avere, non sei onnipotente".
E così cominciano ad andare tutti i giorni dai medici con il terrore dei mali più assurdi, non riescono a prendere l'aereo o anche altri mezzi, a volte. Tutto diventerà una specie di "gioco del 15" dove metti a posto una casella ma te ne ritrovi un'altra da sistemare. Cominceranno ad avere ansie di diverso tipo, attacchi di panico, angoscie apparentemente immotivate che cercheranno di sedare periodicamente con gli psicofarmaci che sono come gli antinfiammatori, ti tolgono il dolore sul momento, ma non la causa di esso.
E la causa di esso é per lo più aver messo un bavaglio ai propri desideri.


Perché i desideri sono stronzi, sapete?
Magari non ci si avvereranno mai, ma non ci perdoneranno di non aver creduto nemmeno una volta che potessero farlo.

lunedì 3 maggio 2010

Il pudore della lettura

lunedì 3 maggio 2010
Solitamente leggo in autobus o nella pausa al lavoro. Raramente a casa.
Ma se sto tra la gente mi da un leggero fastidio far sapere che libro sto leggendo di qualsiasi cosa si tratti, sia pure un classico letterario e quando arrivo all'ultima pagina devo essere sola. La conclusione di un libro é qualcosa di intimo, di non condivisibile visivamente con nessuno per me, come può esserlo un addio.

sabato 1 maggio 2010

Similitudini

sabato 1 maggio 2010
La gente nelle giornate di sole cerca il verde ai bordi delle città come le piante le crepe nel cemento ai lati delle strade.
Apparteniamo molto più alla terra di quello che crediamo.

venerdì 30 aprile 2010

Per recuperare la giovinezza basta ripetere le proprie pazzie.

venerdì 30 aprile 2010
Mi sono resa conto che mi capita spesso e da tempo ormai, di immaginare le persone che vedo, i loro visi, i loro capelli, da anziane. Non tutti però; direi maggiormente le persone che giudico belle. E' una specie di gioco, l'intuizione dei loro tratti somatici quando non saranno più giovani.
Un gioco ovviamente senza alcun tipo di riscontro.
Oppure mi succede di osservare dei ragazzetti (uomini), di circa vent'anni, quelli da centro sociale e "voglio spaccare il mondo", con il loro abbigliamento fatto di t-shirts provocatorie, di collanine artigianali al collo e pensare come saranno tra un'altra ventina di anni, gli ideali conservati nel cassetto del comò insieme agli altri cimeli, i buoni propositi di individualismo dentro una 24ore, accartocciati tra mille compromessi, con la camicia celeste da impiegato, la cravatta firmata, una calvizie incipiente che rende sempre più difficile immaginare la chioma fluente che hanno ora (sempre che nel frattempo non abbiano messo a punto qualche miracolo tricologico), qualche kg in più oppure no perché vanno regolarmente in palestra dopo l'ufficio e si imbottiscono di integratori, il figlio per mano, magari nel week end in cui gli spetta di tenerlo come da decisione del giudice dopo il divorzio dalla donna che avevano sposato dieci anni prima.
Perché é così che finisce sempre, cari miei. Eccezioni sempre più rare a parte.

Dev'essere una sorta di sindrome da "Ritratto di Dorian Gray", questa.

Quanti di noi farebbero a cambio col proprio ritratto?

lunedì 26 aprile 2010

I wanna go to Marz

lunedì 26 aprile 2010

martedì 20 aprile 2010

Chi dorme non piglia programmi

martedì 20 aprile 2010
Quasi sempre mi addormento con la tv accesa. Non perché la guardi, la tengo come abat-jour; l'unica funzione che ancora la rende utile insieme a qualche altra rara trasmissione che catturi il mio interesse.
Giustappunto, avendo lasciato il volume troppo alto, il suono di una sigla mi fa svegliare di soprassalto verso le 2,25.
E così scopro che su Rai tre esiste una trasmissione di poesia e psicologia a mio parere magistralmente condotta da Gabriele La Porta, dal titolo "Inconscio e magia -Psiche". Che dura dalle 2,30 (si, si proprio di notte), alle 3,00.
Mi sembra un ottimo orario, no?
Così ho deciso che valeva la pena perdersi una mezz'ora e più di sonno per guardarla.
Per avere un pò di cultura in televisione nel 2010 bisogna essere nullafacenti o insonni, o entrambe le cose. Chi lavora ad orari "normali" va a dormire sognando i culi delle veline, continuando a sguazzare in quella mediocrità che rende mediocre anche la stessa ignoranza.
Non c'é scelta.